mercoledì 20 marzo 2013

Un altro mondo




















Imawarì Yeuta nel linguaggio Pemon Kamarakoto significa “la grotta dove abitano gli Dei della montagna”, un luogo irraggiungibile ai mortali, ricco di acque purissime, cristalli e statue mostruose scolpite nel corso di milioni di anni.
Dopo 15 giorni passati sull'Auyan Tepui, la montagna del Diavolo, ci troviamo di nuovo con i piedi per terra e ancora non riusciamo a realizzare che quel mondo mitologico esiste davvero e si estende nelle viscere del massiccio con dimensioni che non avremmo mai potuto immaginare. Ripensiamo a tutte le difficoltà affrontate per organizzare una spedizione così complessa e costosa, in un paese, il Venezuela, difficile sotto moltissimi punti di vista. Abbiamo insistito perché le bellezze naturali di queste terre e il fascino dei tepui sono, definitivamente, irresistibili.
Il primo accesso al sistema, la Sima del Viento, ci ha accolto permettendoci di installare un campamento che ha accolto ben 12 persone, 7 italiani e 5 venezuelani, uniti dall'amicizia, dalla curiosità e dalla voglia di esplorare. Siamo scesi nella grotta senza sosta, qualcuno di noi senza mai prendersi un giorno di riposo. La grotta si è svelata ai nostri occhi con un crescendo di emozioni, sorprendendoci ogni giorno, sempre più immensa, complessa e affascinante.
Due torrenti, quello dei venezuelani e quello degli italiani, si uniscono in una confluenza spettacolare per dare origine al Fiume delle Mille Colonne. Contemporaneamente esploriamo un altro torrente che ci porta in ambienti amplissimi e labirintici, entriamo in Agoraphobia, la Galleria Saul Gutierrez con i sui incredibili nidi di Guaciaro. Pensiamo che non si possa chiedere di più ma ecco l'Universo del Silenzio si spalanca di fronte a noi , ambienti di oltre 70 metri di larghezza, fossili, dai pavimenti di cristallo. E poi le Lagune Blu, la Sala delle Pietre Danzanti e ecco, mentre urliamo dall'emozione, l'immenso Salone Paolino Cometti, 250 metri di lunghezza e 150 di larghezza massima.
Analisi dell'acqua, set fotografici, misure e discussioni scientifiche. Come è possibile tutto questo? Siamo spesso increduli di fronte a formazioni sconosciute, mai descritte prima, mai immaginate.
Gli ultimi giorni entriamo in tre per un campo interno di più giorni, l'esplorazione e il rilievo si susseguono in modo incalzante con un ritmo di oltre 2 km al giorno, grazie allo Sniper, il nuovo strumento rivoluzionario progettato dai nostri amici polacchi, senza il quale probabilmente sarebbe stato impossibile in così poco tempo descrivere la complessità di quegli ambienti (Grazie! Grazie! Grazie!).
Risalendo il grande fiume verso monte sbuchiamo infine sotto una grande cascata che si affaccia al blu del cielo: è la Sala di Ratò, il Dio dell'acqua.
David mi guarda e mi dice: “Solo gli Dei conoscono questo luogo... e ora noi... non riesco a rendermi conto di quanto siamo privilegiati”. È questa la parola che ricorre in continuazione nei nostri pensieri: “privilegiati”.
L'ultimo giorno torniamo alla favolosa realtà della superficie dell'altopiano dove troviamo Raul, Julio il pilota e gli amici Maritza e Rodolfo. Una bottiglia di vino viene stappata mentre scarichiamo i dati sul computer: 15450 metri in soli 12 giorni. La festa continua il giorno successivo quando scendiamo tutti in grotta e passeggiamo con calma, insieme, nelle gallerie. Negli occhi lucidi dalla commozione si specchiano laghi, cascate e il colore rosato delle quarziti. Non ci poteva essere finale più bello.
Che altro aggiungere? È stata un'esperienza fantastica, resa possibile ancora una volta dalla grande amicizia che ci lega a Raul Arias, il più grande sponsor di questo progetto, e al nostro “hermano” Freddy Vergara e tutti gli amici del Teraphosa Exploring Team, che hanno creduto fino in fondo a questo sogno. Fondamentale poi è stato il supporto e l'aiuto sul campo ricevuto da InParques, che ha permesso e supervisionato tutte le operazioni. I guardiaparques Jesus Lira e Virgilio Abreu si sono calati nella grotta con noi e sono diventati nostri compagni in questa grande avventura. Un grande aiuto è arrivato anche dall'esercito venezuelano, grazie al Colonnello Ulises Cardona e all'appoggio del Generale Maggiore Cliver Acala Cordones, che ci hanno aiutato moltissimo nell'affrontare i problemi che si venivano a verificare nella fase organizzativa.
L'esplorazione della grotta è completata, ma rimangono ancora moltissimi interrogativi scientifici che meriteranno altre spedizioni in futuro. Sempre più i tepui si svelano come un luogo magico, un “altro mondo” dove gli interrogativi si diramano portando a nuove domande, mentre l'immaginazione fa fatica a tenere il passo della realtà.
Per tutti noi, dopo aver vissuto questa fortissima emozione, ora è impossibile smettere di sognare.

Francesco Sauro



Hanno partecipato alla spedizione: Virgilio Abreu, Raul Arias, Alfredo Brunetti, Carla Corongiu, Vittorio Crobu. Antonio De Vivo, Jo De Waele, Fulvio Iorio, David Izquierdo, Jesus Lira, Francesco Sauro, Freddy Vergara, Jesus Vergara, e il pilota dell'elicottero Julio Testaferro.


La spedizione è stata possibile grazie al permesso per esplorazioni speleologiche concesso dal Direttore Generale Settoriale di InParques Ing. Carlos Cova e agli sponsor Geotec SPA, Raul Helicopteros e dai seguenti partner tecnici, Dolomite, Intermatica, Ferrino, Amphibious, De Walt, Allemano Metrology, Chelab, Scurion, GTLine, New Foods, Bialetti, MountainHouse.

Un grande grazie a Ortensia Berti e alla comunità di Kavak, a Felipe Campisi e il suo Robinson, a Karina Ratzevicius di Raul Helicopteros, Maritza Morelli, Rodolfo Getzler, all'Hotel Gran Sabana e a Elements Adventure per il supporto logistico.

Hanno patrocinato: Ambasciatore della Repubblica Bolivariana del Venezuela in Italia Julian Isaias Rodriguez Diaz, Fondazione Dolomiti Unesco, Società Speleologica Italiana, Commissione Centrale per la Speleologia CAI, CONI Veneto, Istituto Italiano di Speleologia.