martedì 20 ottobre 2009

Correre, correre…

Sì è vero… mea culpa! Ho trascurato un po’ il blog nelle ultime settimane. Ma la quantità di cose che stanno trascinando i miei pensieri in giro per l’Italia e per il mondo veramente non mi hanno permesso di fermarmi e fare un po’ di “riassunto”.
È un periodo difficile, con La Venta si stanno programmando grandi cose, lotte contro il tempo per avere certezze, autorizzazioni, su progetti difficilissimi a cui non possiamo rinunciare. E lavoro ore e ore, altre le passo a sognare le foreste amazzoniche, a vedermi in cima a qualche montagna sperduta, su pareti gigantesche o in grotte immense.
Padova, Firenze, Roma, Padova, Bosco, Feltre, Bolzano, Padova, Genova, Savona… in viaggio continuo, mai fermo, perché se si vuole realizzare i sogni bisogna lavorare duro e sfondare tutte le porte con la propria testa e le proprie idee. Tanti problemi, anche il prossimo viaggio a Juquila (Messico) in novembre è in forse. I campesinos locali ci hanno negato l’autorizzazione ed è così difficile spiegargli che i primi che ci perdono sono loro stessi. Partiremo certamente, ma forse dovremo cambiare meta dirigendoci verso le fitte foreste del Chiapas. Ma non sarà facile. Siamo in 17, un piccolo esercito di speleo affamati di avventura. Fortunatamente in Messico, Juquila o Rio La Venta che sia, certamente quest’ultima non manca.

Nonostante tutto, anche se i pensieri sono occupati da mille altre cose, in attesa di partire non posso fare a meno delle piccole esplorazioni alle porte di casa a cui non rinuncerei per nulla al mondo. Sono queste avventure, vissute con i grandi amici di sempre, che mi forniscono poi l’entusiasmo e la voglia di sognare.
Così domenica scorsa ci siamo trovati quasi per caso alla Grotta-Galleria Taioli, luogo mitico dove ormai 11 anni fa io e mio cugino GB avevamo iniziato le nostre esplorazioni in meandri fangosi e grandi saloni. Non so perché, ma una sera mi è venuto in mente che nelle nostre esplorazioni avevamo lasciato quel camino gigantesco da rivedere, 90 metri di parete saliti solo nel 1986 dal CAI verona, e poi mai più percorsi. Voglia di arrampicare ne ho molta in questo periodo e allora perché non farlo in grotta. Per non so quale fortuita combinazione la sera prima, ormai a mezzanotte mi incontro col Gb che decide di venire anche lui, proprio come ai vecchi tempi. I Giuli completano la squadra. Ne viene fuori una bella giornata di acrobazie, tra traversi, e un Gb lanciato a superare diedri franosi minimizzando su protezioni e fix. Saliamo di ben 45 metri, fin sopra al gigantesco tetto che caratterizza il salone principale della grotta. Poca cosa, ma decisamente spettacolare. Uno di quei posti che ti riempiono di adrenalina, per la verticalità, le dimensioni, il rischio… Bello, davvero bello.
Questa domenica invece è la volta del Perloch, altra grotta lessinica, a cui abbiamo dedicato parecchio tempo in questi ultimi due anni. Con Andrea, Luca, Matteo e Enrico , ci lanciamo verso l’alto alla ricerca di passaggi che possano portare anche qui a un ingresso alto. La Val Fraselle rimane sempre un gran bel posto e questa grotta è per me una delle più belle dei monti veronesi dopo la Preta, ovviamente. Purtroppo in cima la camino principale una breve strettoia, oltre 100 metri al di sopra della quota d’ingresso, ci porta in una sala senza possibilità di prosecuzione. Ma molte sono ancora le cose da vedere con attenzione in questa grotta. In compenso ci siamo divertiti a lanciare giù macigni per rendere sicuro il passaggio, e a chiacchierare insieme di tante cose. La giornata finisce, come nelle migliori tradizioni, alla pizzeria di Sandro, dove con Adelino si riprende a discutere di esplorazioni amazzoniche, montagne inesplorate, indigeni discendenti da popolazioni sperdute nel tempo. Si parla di grotte, di esplorazioni future. Viene fuori anche la storia di Akakor, dell’indigeno Tatunca nara, di enormi mondi sotterranei sperduti tra Brasile e Venezuela. Chissà… quanti sogni possono nascere da una serata tra amici…
E si continua a sognare, anche nella notte guidando lungo l’autostrada verso casa, e poi nel proprio letto, tanto da non riuscire a dormire.
E si continua a correre, verso queste cose inafferrabili che, forse, un giorno vedremo coi nostri occhi. Ma che solo il fatto di averle sognate ci riempie di vita.


Il probabile ingresso alto della Grotta dei Taioli.

Il grande camino del Perloch (foto S. Crivellari)
Alla Preta, settembre 2009. (foto A. Bellamoli)